L'effetto delle tariffe di Trump


Buongiorno Re,

alla fine, Trump ha dichiarato l'apertura della guerra commerciale globale. In queste righe voglio portarti una mia riflessione sulla situazione attuale, su ciò che sta accadendo e su cosa possiamo aspettarci nel futuro. Le settimane che seguiranno potranno infatti rivelarsi piuttosto turbolente sui mercati finanziari.

Come consulente finanziario indipendente, il mio compito principale non è tanto quello di scegliere "l'investimento giusto". O meglio, una volta definiti gli obiettivi di investimento e una strategia operativa, la scelta degli investimenti giusti è solamente una conseguenza.

Infatti, il solo fatto di non avere alcun vincolo di subordinazione o limiti di autonomia imposti da un istituto finanziario mi rende estremamente libero di selezionare per i miei clienti ciò che di meglio offre il mercato, e di costruire strategie ad-hoc per ciascuno di loro. Dunque, conoscendo a fondo il mercato degli investimenti e non avendo conflitti di interesse con i miei clienti, scegliere "le cose giuste" è una questione per me scontata.

Detto questo, il compito davvero importante di un consulente indipendente è tenere saldo il timone mentre i mercati attraversano la burrasca. Perché, da adesso in avanti, il mare sarà tempestoso, almeno per un po'. Con i clienti già seguiti, uno scenario del genere era già stato preventivato e incluso nel piano di investimenti personale, un documento scritto che viene steso dopo le sessioni di formazione, prima di investire. Il piano ha uno scopo preciso, tra gli altri: preparare psicologicamente e tecnicamente una strategia operativa da seguire proprio quando le cose vanno male.

Per questo motivo costruiamo, su misura e in anticipo, dei serbatoi di liquidità e un piano programmato di acquisti sulle discese. La vera forza del piano è che permette di proiettarsi mentalmente in una situazione difficile, come quella che stiamo vivendo, prima che questa si verifichi. Così, quando accade, siamo pronti: sappiamo cosa fare, quando farlo e perchè.

Ribassi come quelli che stiamo attraversando creano infatti opportunità di investimento che possono essere colte con acume, se si è preparati e si hanno a disposizione gli strumenti corretti, come gli ETF, e non i fondi che propongono le banche, per i quali non abbiamo alcuno spazio di manovra e non sono negoziati in borsa (scendono? dovrai aspettare che risalgano da soli).

Se ti serve una mano a sviluppare il tuo piano e una strategia, o anche solo fare delle sessioni di formazione per imparare a farlo, puoi prendere il tuo primo appuntamento gratuito qui sotto:

Proprio ieri mattina ho mandato ai miei clienti una lettera in cui li informavo di ciò che sta succedendo e come proseguiamo ad attraversare questo momento.


I dazi di Trump

Ora veniamo al succo: il tema dei dazi. Procederò per punti, per rendere più agevole la lettura.

  • Per cominciare, un po' di storia. Le uniche due volte che gli USA hanno applicato tariffe a tappeto accaddero nel 1828 (Tariff of Abominations) e nel 1930 (Smoot–Hawley Tariff Act). Storie molto lontane, economie totalmente differente da oggi. Ma in entrambi i casi, gli USA sono poi finiti addirittura in depressione.

  • La news del momento è la decisione di Trump di imporre dazi alle importazioni più alti delle attese. Il punto centrale non è l'applicazione dei dazi in sé. Questo già si sapeva. Nelle settimane passate, infatti, i mercati avevano già iniziato a mostrare nervosismo causato dall'incertezza della situazione. La vera novità riguarda l'entità delle tariffe, che sono più alte del previsto.

  • Per ogni Paese a cui sono stati applicati i dazi, Trump ha mostrato nella colonna precedente quelli che secondo lui sono i dazi che quel Paese già applica agli Stati Uniti. Così, nella colonna in giallo, si trovano ora i dazi che gli USA applicheranno verso i prodotti importati da quel Paese (circa la metà dei dazi da lui "calcolati"). A quanto pare, il metodo di calcolo è alquanto ridicolo.
  • Per la cronaca, le tariffe statunitensi hanno colpito anche Paesi come le Isole Cocos (Keeling), che hanno 593 abitanti, e pure le Heard Islands, abitate solo da pinguini. A quanto pare, l'amministrazione Trump ha ritenuto infatti che anche loro stessero commerciando slealmente con gli USA. E' stato così applicato il 10 % di tariffe. In questo elenco tutti i Paesi colpiti dai dazi.

  • Molti stanno cercando di sostenere la tesi che i dazi aiuteranno a riportare negli USA la produzione delle aziende USA (es. Apple), e che ne varrà la pena. Pensano che questi dazi di massa siano solo la versione statunitense di ciò che Xi ha fatto in Cina qualche anno fa (senza però che ci sia un piano reale di investimenti a sostegno).

  • E invece, l'economia è andata nel caos:

  • Se guardiamo ai due maggiori partner commerciali, per la Cina sono state decise tariffe del 34% e per l’Europa del 20%. Le tariffe sulla Cina si sommano a quelle del 20% già introdotte in precedenza, portando il totale a oltre il 50%.

  • Non tutto è stato incluso. Per esempio rame, medicine, semiconduttori, oro, energia, oltre che acciaio, alluminio e auto, erano già soggetti ad altre tariffe decise in precedenza (per le auto è stato confermato il 25% di tariffe).

La reazione dei mercati finanziari

  • I mercati finanziari funzionano con un meccanismo che potremmo definire "sconto al presente delle aspettative future". Che cosa significa? Vuol dire che i mercati incorporano nei prezzi, già oggi, le loro aspettative di come sarà il domani. Tutte le nuove informazioni sono così assorbite (nel gergo si dice "scontate") velocemente nei prezzi, che si adeguano immediatamente alle nuove attese sul futuro.

  • Così, se l'applicazione delle tariffe apre ad una guerra commerciale, si teme una recessione USA e una compressione della crescita (almeno negli USA), i mercati scendono già oggi, incorporando queste aspettative future nei prezzi correnti.

  • Crollano pesantemente, in due giorni, i mercati americani (S&P 500 segna -9%), le azioni delle aziende che hanno catene produttive nei Paesi più colpiti dai dazi, o che hanno sbocchi commerciali importanti in Cina (Apple -15%, Dell -25%). Scendono anche i mercati europei (Stoxx Europe 600 fa -7,5%).

  • Paradossalmente, regge la Cina, che segna appena -1% in due giorni. Forse ci si aspetta che, a fronte di tariffe che potrebbero ridurre le esportazioni negli USA dell’80% (stime Bloomberg), Pechino acceleri gli stimoli fiscali all’economia interna. Staremo a vedere.

  • Al contrario di quello che ci si aspettava (un classico sui mercati), il dollaro si indebolisce sull'euro (e pure sullo yen). Combinato al fatto che i tassi sui titoli di stato USA a 10 anni scendono (le due cose sono collegate, comunque), potrebbe non essere un segnale banale. Il mercato sta prezzando una recessione USA?

Ma chi paga le tariffe?

  • Le tariffe sono dazi sulle importazioni di beni. Il più delle volte, non sono i Paesi colpiti a pagarle, ma le aziende e, a cascata, i consumatori.

"Sono le aziende che importano i beni a pagare la tariffa. Questa viene poi trasferita ai consumatori (il più possibile). Non è realmente una tariffa su un Paese, è una tassa sui beni importati."
  • Dunque, dobbiamo ricordare: Non è la Cina a pagare realmente le tariffe cinesi imposte da Trump, ma sono le aziende che operano in Cina e inviano merci negli Stati Uniti. Aziende americane come Apple, che hanno le catene produttive in Cina, Taiwan, India, Giappone, Sud Korea, e Vietnam, saranno colpite dalle tariffe.

  • In un articolo della CNBC del 3 aprile, viene riportato proprio l'avviso che Apple ha fatto ai propri investitori: "Le tariffe colpiranno il nostro business." Trump ha citato specificamente Apple durante il suo annuncio, dicendo "Costruiranno i loro impianti qui". Apple ha prodotto un computer desktop di fascia alta chiamato Mac Pro in Texas, ma la stragrande maggioranza del suo assemblaggio finale avviene all'estero.

  • Il presidente Trump ha dichiarato un'"emergenza nazionale" per quello che lui chiama "grandi e persistenti deficit commerciali degli Stati Uniti". L'amministrazione ritiene che gli Stati Uniti stiano perdendo posti di lavoro e denaro a causa del commercio "sleale". La Casa Bianca afferma che l'aggiunta di tariffe costringerà le aziende a riportare la produzione in patria, aumentando così la produzione statunitense e creando più posti di lavoro.

  • Tuttavia, i produttori americani che si affidano a componenti importati (dai semiconduttori ai metalli grezzi), vedranno aumentare in prima battuta i prezzi in acquisto in base alle tariffe decise. Le aziende americane dovranno immediatamente affrontare un problema di aumento dei costi.

  • Infatti, il processo di reshoring, ovvero riportare in un Paese le attività produttive e catene di approvvigionamento che erano state delocalizzate all'estero, non è veloce né banale. Talvolta è perfino impossibile. Non è detto che tutte le aziende americane optino per questa strada, soprattutto all'inizio, sia per un discorso di difficoltà nella sostituzione dei componenti importati, sia perchè la manodopera potrebbe costare di più negli USA.

  • Dunque, si aprono due opzioni spiacevoli per gli USA: se si vogliono mantenere i prezzi stabili e i consumi elevati, saranno le aziende americane, di tasca loro, a farsi carico dell'aumento dei costi. Questo ridurrà la loro marginalità e renderà difficile effettuare nuovi investimenti e nuove assunzioni in America, come invece vorrebbe Trump. Se le aziende scaricheranno invece gli aumenti sui consumatori, alzando i prezzi di vendita dei loro prodotti, saranno i cittadini americani ad essere colpiti dai dazi imposti dallo stesso Trump. A questo punto l'opzione più plausibile è un rallentamento dell'attività economica degli USA e una probabile recessione, oppure una nuova impennata di inflazione.

  • Come puoi immaginare, il clima rimane molto teso. Non ci sono esiti scontati e nessuno sa dire con certezza cosa succederà, tanto nell'economia quanto sui mercati finanziari. Prendiamo il dollaro: ci si aspettava che misure del genere l'avrebbero rafforzato contro l'euro. Invece, sta accadendo esattamente il contrario.

  • Rinnovo il mio invito: se serve un aiuto con la gestione del tuo portafoglio, puoi prendere un primo appuntamento gratuito qui:

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Alla prossima,

Francesco

Il Re di Denari

I help families and investors in developing financial plans that serve their needs. What motivates me? The complete absence of interest conflicts between me and my clients. I do not work for any Bank or Insurance Company, as I do not sell any products. I deliver my clients my judgment and time. I get paid only and directly from my clients. My working areas: - Financial situation analysis - Goal-based financial planning - Investment portfolios building - Insurance and pension planning

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